Mentre si ipotizzano riprese per l’enoturismo con viaggi in detrazione fiscale e l’invito a bere italiano e bere irpino, il risveglio vegetativo alla Tenuta Cavalier Pepe continua, perché la natura non sa e non teme.

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Tra gli ultimi colpi di coda invernali, la primavera incombe ed il paesaggio cambia, richiedendo attenzioni. Nonostante la pandemia sia ancora un problema mondiale, la natura continua il suo normale corso e in Tenuta Cavalier Pepe, si curano i vigneti gli oliveti e i vini in cantina. Nei vigneti la squadra è stata impegnata fino a Pasqua con la creazione di nuovi impianti, le potature delle vigne e degli oliveti, la sistemazione dei vigneti secolari e cure particolari come il sovescio, mentre in cantina si degustano i vini in affinamento come il Taurasi riserva 2017, che sarà in enoteca tra cinque anni.  Il primo aprile, la tenuta si è svegliata sotto la neve, regalando un’atmosfera ancora più sospesa e bucolica, come a ricordare la totale imprevedibilità della materia viva.  Finito il torpore invernale, adesso inizia come ogni anno il risveglio vegetativo, fino a germogliamento. “Il tesoro è nella terra”, ne è convinta la viticoltrice Milena Pepe, che segue l’attività delle squadre in vigna, concentrata più che mai sul lavoro, che deve affrontare in un modo diverso, per ricalibrare l’azienda e adattarla ai nuovi scenari in continua evoluzione.

Le chiediamo Come si prepara ad affrontare il post Covid19 la Tenuta, pensa che ci saranno dei cambiamenti sostanziali e in particolare il suo lavoro di public relations come lo vede in futuro? “Cambieranno sicuramente le modalità di accoglienza per le attività proposte in tenuta. La fortuna è che noi siamo all’aperto, e in altitudine a 400/500 s.l.m., sulle pendici irpine, immersi tra i vigneti e gli oliveti, in un panorama dove a 360° si ammirano le colline della provincia di Avellino, con in cima i paesini arroccati e sui versanti vigneti, oliveti, alberi da frutta e boschi. A livello di rapporti umani e sociali, tutti i clienti, amici e collaboratori, saranno sempre accolti con affetto in tenuta. Dovremmo tenere le distanze, seguendo le direttive che ci saranno date, non abbracciarci più e non baciarci più, almeno per un po’ di tempo. Non sarà difficile perché quello che conta è il sorriso!”

Cosa cambierà nel modo di produrre e di comprare delle persone?

“Innanzitutto, spero che si trovino cure adeguate ed un vaccino per questo virus. Spero che Dio non ci metta più alla prova e che gli uomini abbiano capito la lezione. Soprattutto, mi auguro che sia ben chiaro a tutti l’importanza di rispettare l’ambiente e produrre cibo in modo sano, salvaguardando i diritti dei lavoratori e tutelando la salute dei consumatori. Mangiare sano vuol dire comprare prodotti genuini, provenienti da zone vocate, dove l’aria è pulita e i terreni salubri. Questo si rispecchia nel nostro sistema di qualità, quello della denominazione di origine, con cui si certifica che i nostri vini, oltre a provenire da territori sani e vocati alla qualità delle uve, seguono disciplinari scritti da famiglie di produttori che, di generazione in generazione, producono e vendono vini di qualità.  Spero che d’ora in avanti le persone capiscano il valore economico di prodotti sani ed etici e che scelgano di acquistare questi prodotti di prezzo onesto e più semplici, senza allergeni, conservanti, armoni artificiali ed altri elementi aggiuntivi. D’altro canto, spero che nessun imprenditore si permetta più di mettere sul mercato prodotti pericolosi per la salute”.